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Question #2: Come aiuteresti una persona autolesionista?


Non è di certo un tema affrontabile semplicisticamente data la varietà di motivi che lo determinano, l'autolesionismo. Il tagliarsi è la conseguenza lacerante di un malessere di cui non si conosce il nome, di cui si fatica a trovare una qualsiasi tipo di giustificazione, ragione. L'autolesionismo è “solo” un granello di ciò che avviene nella mente di chi lo pratica costantemente. È, paradossalmente, un modo di proteggersi da qualcosa che pare ed è, effettivamente, troppo grande per essere elaborato da chi lo subisce e lo porta in ogni momento vissuto.

È quando il pensiero non riuscendo a capacitarsi di altro dolore si concentra sullo scarico di quel che è possibile attraverso delle ferite che, per pochi istanti, aiutano a smettere di pensarsi, a provare un dolore incredibilmente piu benevolo, meno faticoso da portarsi dentro e in mezzo alle persone.  Per questo credo che la finalità di una terapia sia quella di concentrarsi sui tagli ma ancora e ancora di più su chi sia la persona con cui si parla, sul senso della sua storia e su quello che lei le ha dato, su chi sia stato il colpevole che l'ha costretta ad automutilare il suo futuro, la sua pelle, la sua identità.  L'autolesionismo è un modo di comunicare, non una malattia.

 
 
 

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