ZonaFilm: Pet
- Aldo Monaco
- 10 mar 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 12 mar 2020
Regista: Carles Torrens
Attori principali: Ksenia Solo; Dominich Monaghan
Anno: 2016
Film duro da digerire eppure ricco di tanti spunti su cui poter riflettere. Il primo pensiero che di certo viene alla mente, osservando i due protagonisti Seth e Holly, è anzitutto in merito alle loro infanzie che pur non essendo tratteggiate dicono quel che serve per comprendere che si ha a che fare con due persone che, più che venute al mondo, sembrano essere state “gettate nel mondo” e prive di quelle caratteristiche che le contraddistinguerebbero come persone perché mai trattate come tali.
Il loro sviluppo potrebbe rientrare in quella che Michael Balint ha chiamato area del difetto fondamentale e in cui si prediligono rapporti esclusivamente di tipo duale in cui il linguaggio adulto è relativamente inutile per descrive i tipi di accadimenti che li riguardano.
Seth lavora in un canile e ciò appare più che significativo. Il contatto con altri esseri umani infatti è limitato e dunque più che sufficiente. Esso inoltre è funzionale alla sua modalità di tollerare la gamma di bisogni appartenenti esclusivamente agli animali e diversi da quelli degli umani: incomprensibili e perciò solo fonte di frustrazione. Holly invece è una ragazza che apparentemente si considererebbe la classica ragazza che, in attesa di realizzarsi, affronta la vita lavorando in un bar e dimenandosi con i problemi d’amore.
Tuttavia per entrambi i giovani, l’ordinarietà di questi lavori ha davvero poco di usuale. Tali lavori sembrano tenerli ben saldi dai pericoli a cui sono esposti e che la casualità di un loro incontro - dopo gli anni di scuola - ha minato, ha messo in pericolo e in luce la loro umanità, la paura di sentirsi bisognosi e da sempre mancanti d’amore. Il loro modo di stare in vita ha le caratteristiche di quel atteggiamento ocnofilo tratteggiato da Balint che è proprio di chi non riesce a sopportare il pericolo e preferisce vivere negli “spazi-amici” evitando accuratamente “contatti-rischio” con oggetti potenzialmente pericolosi. La vita di entrambi viene così stravolta quando Seth, per primo, s’accorge di non poter più far a meno dello sguardo di Holly che poggiatosi su lui gli ha permesso di sentirsi - come mai prima gli era successo - ancora meritevole di altri sguardi come quello. Dopo tanti inviti galanti tutti miseramente respinti da Holly, Seth si sente obbligato a rapire questa donna nello stesso modo in cui un bambino non riesce ancora a tollerare l'assenza della madre la quale deve rispondere obbligatoriamente a tutte le grida e ai bisogni totalitaristici del suo tiranno/figlio.
La tolleranza di Seth come si evince è minima e il controllo dell’oggetto-Holly deve poter essere totale, infraintendibile, univoco. Il controllore deve potersene servire quando più gli è necessario. Tuttavia l’oggetto-Holly è ogniqualvolta fonte di estrema angoscia in quanto fa sentire il pericolo costante della sua soggettività (holly ad esempio rifiuta di mangiare, prova a rompersi la testa sulle sbarre della cella) non permettendo al controllore-Seth di investire e scindere sull’oggetto-Holly tutte le sue parti dis-integrate e alla ricerca di qualcuno che le sappia trasformare e rendere più tollerabili. Così Seth mano a mano scopre che l’oggetto-Holly ha una sua storia che, come la sua, sembra fatta di poca comprensibilità, poca tolleranza verso la soggettività e l’alterità che l'ha portata come scopre Seth, in passato, a uccidere e eliminare ogni prova e persona che intralciava l’ordine a cui ha costretto il mondo. Inizia così intessersi tra i due un rapporto in cui non si riesce più a capire chi sia la vittima e il carnefice; chi dei due sia il salvatore o l’oppressore, la differenza tra bene e male. Rivivono come dice la psicologa Nancy McWilliam ciò che succede ai bambini quando hanno appreso che "le uniche occasioni in cui uno dei genitori aveva un qualche investimento affettivo nei loro confronti era quando venivano puniti, imparando che la sofferenza è il prezzo della relazione ancor più della sicurezza fisica [...] perché è meglio essere picchiati che trascurati". Cominciano così non solo scambiarsi i ruoli ma a scambiarsi anche i primi “prodotti affettivi”, come quando Holly chiede a Seth di tagliarsi un dito per lei: la dimostrazione che l’ambiguità sorge in quei rapporti simbiotici in cui, come succede nei bambini, non c’è alcuna consapevolezza della realtà non-me e dai quali rapporti non si riesce più a cogliere la portata del “gesto affettivo” nonché la sua direzione: Per chi si compie questo gesto, per me o per te?
Germina così in diversa misura l’illusione che i due carnefici e contemporaneamente vittime siano indispensabili l’uno all’altro dando vita ad un’ambiguità che li condurrà ad un rapporto, che nell’ultima scena del film, mostra solo apparentemente un’inversione di ruoli in cui però è del tutto assente una maturazione affettiva.
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